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Robin Ticciati - Scottish Chamber Orchestra - Berlioz: Les nuits d'ete - Musica

Nonostante la formazione con quello che e` stato quasi certamente il migliore direttore berlioziano del Novecento, ossia Sir Colin Davis, l'orchestra di Robin Ticciati suona radicalmente diversa da quella del suo mentore, in queste celebri pagine: ovviamente molto si deve alla scelta di un'orchestra da camera, l'ottima Scottish Chamber, ma certamente colpisce, in questo CD, il ricorso continuo a tinte pastello, il rifiuto totale dell'enfasi, del canto spiegato e la ricerca della sobrieta`, dell'eleganza. Questo anche in un brano che, specie nella sezione centrale, e` tradizionalmente caratterizzato da una cantabilita` quasi sfrontata, come la scena d'amore del Rome ´o: non e` una critica negativa, pero`, perche´ in questo modo tanti aspetti della singolare orchestrazione berlioziana emergono con un'evidenza rara, e penso soprattutto alle Nuits d'ete´, prive di quell'alone decadente, in bilico fra Mahler e Debussy, in cui spesso vengono immerse, e che conoscono
invece una luce fredda, aurorale, che mi richiama semmai la pittura di Dante Gabriel Rossetti. 

L'accordo iniziale di « Absence », nella sua vibratile luminescenza ricorda quasi la livida marina di quel Peter Grimes diretto cosi` splendidamente da Ticciati alla Scala, e l'apporto del mezzosoprano scozzese Karen Cargill, attentissima alle minime
sfumature e piu` che soddisfacente nella pronuncia, si inserisce perfettamente in una lettura delle Nuits d'e´te´che convince e persuade, specie dopo ripetuti ascolti: e se poi questa pudicizia espressiva si unisce ad una leggera tinta ironica, come nel caso della conclusiva «Iˆle inconnue », il risultato e` ancora migliore. Infine, una Mort de Cle´opatre in cui, ancora una volta, si intuiscono le potenzialita` di un grande direttore in divenire: dinamica parca ma agogica ricca e liberissima, fino quasi all'arbitrio, molti portamenti richiesti agli archi nei momenti drammaticamente piu` intensi, un recupero della grande declamazione della trage´die-lyrique filtrata attraverso la sensibilita` di chi ha letto fino allo sfinimento Virgilio e Shakespeare, e rivive la storia antica non come relitto culturale ma come palpitante testimonianza di un'umanita` idealizzata. E Karen Cargill, dopo aver alleggerito, sfumato, sussurrato nelle Nuits d'e´te´, tira fuori le unghie, senza pero` mai eccedere nel grand-guignol: se le note di passaggio e gli acuti non fossero cosi` tirati, poi, sarebbe ancora meglio...

In definitiva: dopo un primo CD (Linn CKD 400) con una Fantastique molto stimolante, ancora una volta, per il suo approccio cosi` analitico e anti-retorico, ma non del tutto convincente per la mancanza di un dominio complessivo della ribollente partitura, Ticciati prosegue la sua esplorazione berlioziana con spiccata personalita` e idee chiarissime. Un talento,
senza dubbio, da seguire. 

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Musica
13 November 2013